IL TERRITORIO
Il territorio comunale, esteso su una superficie di circa 16,49 km², è caratterizzato da una morfologia prettamente pianeggiante, la cui altitudine registra l'altezza massima di 48 metri s.l.m. È ubicato a metà strada fra il mare Ionio e il mare Adriatico dai quali dista circa 20 km.
Comuni confinanti: Arnesano a nord, Lecce e Lequile a est, San Pietro in Lama a sud-est, Copertino a sud-ovest.
IL TOPONIMO
Diverse le ipotesi relative alle origini del toponimo di Monteroni. Potrebbe derivare da Mons (= altura) e Tyronum (=reclute), in riferimento al colle dell’odierna località Santu Filii presso cui si esercitavano le reclute romane ai tempi delle lotte contro le popolazioni salentine. Tale ipotesi troverebbe conferma in alcuni ritrovamenti, soprattutto monete, risalenti proprio a quel periodo storico. Più attendibile, però, l'ipotesi formulata da Gaetano Barbarulo, che ha studiato la forma Tirone/Monterone, ricorrente in gran parte della toponomastica del territorio italiano: si tratterebbe di un composto di monte, derivato dal latino mons e tirone che indicano "altura". Una duplicazione dello stesso concetto che si lega alla perdita, in età medievale, del significato originario del vocabolo tirone, che avrebbe acquisito invece la valenza di nome proprio; da qui l’esigenza di anteporre il nome comune "monte".
LO STEMMA
Lo stemma civico di Monteroni rappresenta tre colli sormontati da un pioppo o ulivo e da una palma con a capo due stelle. Questi elementi sintetizzano le peculiarità del paese: le alture rappresentano il luogo di esercitazione delle reclute romane; il pioppo o l'ulivo simboleggiano la salubrità dell’aria; la palma e le stelle fanno riferimento rispettivamente alla pianta prediletta dai Cretesi e alle divinità da questi venerate. Il tutto, a voler comunicare la preferenza che i leccesi, discendenti secondo la mitologia da Idomeneo re di Creta, avevano accordato a questo territorio eleggendolo a luogo ideale della loro villeggiatura.
LA STORIA
I documenti ne attestano le origini alla fine del XII secolo legando il casale alla famiglia Montoroni. Tuttavia, è al 1431 che risale la prima notizia relativa alla presenza di un edificio fortificato e quindi ad una organizzazione socio-amministrativa decisamente più articolata. Sarà proprio intorno a questo fortilizio che si svilupperà l’abitato: nello specifico, lungo il tracciato che da nord a sud collegava i centri dell’alto e del basso Salento. Da questo periodo e per i due secoli successivi, fino alla metà del Seicento, l’abitato sarà protagonista di una crescita demografica che lieviterà da 40 a 319 fuochi. Scomparsa la famiglia Montoroni, dal 1536 apparterrà ai discendenti di Mercurino Arborio Gattinara - cancelliere di Carlo V - che lo terranno fino alla fine del Cinquecento. Passerà poi ai De Castro, conti di Lemos, fino alla lunga signoria dei Lopez y Royo che, inaugurata con Bartolomeo nel 1663 e terminata con l’eversione feudale, rappresenterà un periodo di prosperità generale.
Proprio durante questa dominazione saranno realizzati alcuni interventi che meglio definiranno lo spazio fra il castello-palazzo e la chiesa madre: il risultato sarà la piazza nella sua forma allungata secondo un asse longitudinale determinato dalla settecentesca torre campanaria.
Tutti gli edifici religiosi dell’abitato sono andati distrutti o integralmente ricostruiti dopo il Settecento.
LE FESTIVITÁ
Festa di Sant'Antonio Abate, ultima domenica di gennaio
Festa di Santu Filii, lunedì di Pasqua
Festa di Sant'Antonio da Padova, prima domenica di agosto
Festa del SS. Crocefisso, seconda domenica di ottobre
Presepe vivente, durante il periodo natalizio
|