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LE CASE A CORTE E LE CASE-TORRE NEI CENTRI STORICI DELLA CUPA

Tra le forme di edilizia domestica dei centri storici del Salento la casa a corte rappresenta sicuramente la tipologia più diffusa: di derivazione classica, si evolve sulla base della primordiale casa rurale del tipo “a recinto” e si configura come un’abitazione caratterizzata dalla presenza di uno spazio scoperto, comune o privato, con accesso verso la strada e definito da una o più unità abitative.
In questa organizzazione edilizia gli spazi esterni e, alcuni elementi architettonici in particolare, prevalgono fortemente su quelli interni e, da luoghi del lavoro e della quotidianità domestica divengono componenti dalla forte valenza simbolica: ortale, magazzino, ricovero per gli animali, cortile e pozzo, concepiti come luoghi multifunzionali e di lavoro fondamentali nell’economia delle famiglie che qui vivono, divengono veicoli importantissimi nel processo di socializzazione tra i vari membri, facendo della corte il cuore della casa e il fulcro delle vita domestica, economica e sociale.
In questo contesto, molti gli elementi che concorrono a questa forte connotazione simbolica della corte. La scala, componente scenografico qualificante impostato generalmente su massicci archi a tutto sesto e articolato in diverse rampe, identifica anche una funzione di tramite tra la riservatezza della corte e la pubblica strada: se da un lato garantiva l’accesso alle terrazze o alle abitazioni, dall’altro realizzava non di rado il collegamento con il mignano, motivo ricorrente e tipico dell’architettura salentina. Da elemento strutturale di pregio, diviene simbolo delle dinamiche sociali di un tempo, degli intricati rapporti tra pubblico e privato, della riservatezza, ma anche di quella esigenza di partecipazione alla vita di strada senza essere in strada. Il doppio affaccio, sulla pubblica via e sull’interno, consentiva alla donna di uscire momentaneamente dalla corte per partecipare discretamente alla vita della comunità, trasformando il balcone in elemento “strategico” che permetteva di vedere senza essere visti. L’utilizzo del balcone si rivelava fondamentale soprattutto durante le processioni religiose: era consuetudine esporre da qui coperte e tovaglie, tra le più pregiate e, gettare fiori al passaggio delle statue dei Santi e delle autorità ecclesiastiche. Non a caso, il mignano ricorre particolarmente lungo quelle strade dove tali avvenimenti religiosi erano più frequenti, magari per la vicinanza dell’abitazione ad una chiesa o ad una cappella.
Questo elemento architettonico, di origine romana, avrà un impiego più ricco ed evoluto in seguito all’insediamento bizantino in questi territori e, se inizialmente si presentava come un balcone dalle linee essenziali, con l’avvento del barocco leccese verrà impreziosito con decorazioni e motivi a balaustra, fino a diventare una raffinata balconata.
Questo caratteristico sistema abitativo si manifesta nell’area della Cupa con un ampio ventaglio di soluzioni, esprimendo anche il buon livello economico dei proprietari (famiglie di contadini, coloni o piccoli proprietari terrieri) che dalla campagna riuscivano a trarre buoni profitti.
Non solo, quindi, la casa a corte del braccianato, ossia la corte plurifamiliare con le unità abitative unicellulari disposte intorno ad uno spazio comune, ma anche abitazioni con cortile antistante articolate in più vani, spesso disposti al primo piano, da locali ad uso magazzino, cantine per conservare il vino, stalla per l’asino o per il cavallo e giardino retrostante con alberi da frutta e pollaio. Dimore a corte unifamiliari caratterizzano ancora oggi diverse abitazioni dei centri storici della Cupa dove i portali che immettono alla corte stessa presentano non di rado motivi architettonici di grande pregio, che impreziosiscono le quinte stradali e creano, insieme all’architettura religiosa, percorsi di grande valore ambientale e culturale.
Diversa dalle case a corte, l’origine e la funzione delle cosiddette case-torre che, nella Valle della Cupa, ricorrono frequentemente nell’abitato di Merine: un vero e proprio sistema abitativo fortificato, integralmente conservato e organizzato intorno ad un fulcro centrale rappresentato dal palazzo baronale. Queste abitazioni saranno esclusiva prerogativa delle famiglie appartenenti ai ceti più agiati che, tra il XVI e il XVIII secolo di fronte alla minaccia delle incursioni saracene, commissioneranno l’edificazione di impianti a torre dotati di caditoie poste in corrispondenza di porte e finestre. Un assetto fortificato che determinerà la successiva evoluzione del tessuto urbano.

Beni di riferimento

ARNESANO: case a corte in via Tempio Antico e via Don Orione
SURBO: case a corte in via Galilei, corte Cretì
MONTERONI: case a corte in via Errico 7 e via Pino 83
CAVALLINO: corte Scuppettola
LIZZANELLO: portale di via Mazzini 36 e corridoio di accesso in via Mazzini 35-39
MERINE: casa-torre in via Lizzanello 5 e in via Montenegro 33

Bibliografia

• Mario De Marco, Lizzanello. Storia ed arte, Cavallino 1983;
• PIS 12 Regione Puglia, Itinerario Turistico Culturale Normanno Svevo Angioino;
• Antonio Costantini (a cura di), Edilizia domestica e architettura religiosa nell’area della “Cupa”, Galatina 1999.



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S. Pietro in LamaSquinzano
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