IL TERRITORIO
Lizzanello, a circa 6 km dalla città capoluogo Lecce e comprendente la frazione di Merine, è ubicato nella parte centro-settentrionale della pianura salentina, in un’area solcata da rigogliosi uliveti secolari e caratterizzata da una grande depressione carsica la cui altitudine oscilla dai 18 ai i 45 metri sul livello del mare.
Confina a nord con il comune di Lecce, a est con Vernole, a sud con quelli di Castrì di Lecce e Caprarica di Lecce, a ovest con il comune di Cavallino.
IL TOPONIMO
La leggenda racconta che l’area sulla quale sorge oggi Lizzanello, sarebbe stata coperta un tempo da un bosco di querce. Un giorno un ragazzo trova, qui, un anello su un albero. Dalla fusione delle parole "lizza", locuzione dialettale che significa quercia, e anello deriverebbe il nome d Lizzanello. Un’altra ipotesi lega il toponimo di Lizzanello al nome di persona Licius, con l'aggiunta del suffisso -anus che indica possesso.
LO STEMMA
Lo stemma di Lizzanello rappresenta una lupa e un'elce. Quest'ultima ha delle ghirlande dorate e nasce spontaneamente nella campagna; la lupa invece è ferma, a ridosso del tronco di un albero.
LA STORIA
Le origini di Lizzanello vengono fatte risalire alla fondazione da parte dei profughi di Rudiae, scampati alla devastazione del re normanno Guglielmo il Malo.
Il XIII secolo registra le prime notizie relative alle famiglie di feudatari: i Maresgallo e i Garzia. A partire dal 1463 il piccolo casale di 9 fuochi, acquistato dalla famiglia Paladini, sarà protagonista di una crescita demografica che lieviterà dai 38 fuochi del 1532 ai 218 del 1569. Dal 1702 passerà ai D’Afflitto che lo manterranno fino all’eversione della feudalità. L’aumento della popolazione si protrarrà fino alla metà del XVII secolo; risale proprio a questo periodo la ricostruzione della chiesa madre e l’edificazione del castello lungo la strada di collegamento con la zona costiera, nella parte più alta e quasi fuori dall’abitato, proprio ad accentuarne la funzione difensiva necessaria in un centro privo di cinta muraria. Chiaro, che sarà proprio questo ad identificare il fulcro della successiva espansione urbanistica.
L’area dell’antico nucleo, di forma quasi ovoidale, è delimitata da via Paladini, piazza S. Lorenzo, largo Umberto I e corso XX Settembre. L’espansione si realizzerà intorno a due specifici punti, il perimetro dell’antico nucleo e l’attuale corso della Repubblica.
Il tessuto urbano è caratterizzato da abitazioni a un solo piano risalenti ai secoli XIX e XX, da unità a schiera e case a corte: queste ultime constano generalmente di uno stretto e lungo vano coperto a botte che conduce al piccolo cortile intorno al quale si affacciano le singole abitazioni.
Antichi documenti attestano la presenza di numerose cappelle: quella di San Vito nella campagna denominata “Li Caroppi”; della Concezione della Vergine con affresco della titolare; dell’Immacolata Concezione, in località “Argentieri”, con affresco della titolare; di Sant’Antonio da Padova; della Vergine della Pietà; della Presentazione della Vergine, in luogo “Fornello”; di Santa Maria della Luce nel feudo di Tafagnano; di Santa Barbara (chiusa nel 1650 dal Pappacoda); dell’Annunziata; di San Lorenzo, in località “Monte degli Angeli”.
Tra i personaggi importanti nativi del paese, Cosimo De Giorgi e Raffaele Calogiuri. Il primo, vissuto tra il XIX e il XX secolo, spicca per una cultura che spazierà in svariati campi, dalla medicina alla storia, dalla scienza alla sismologia, dalla geologia alla meteorologia; scriverà e pubblicherà numerosi testi ed articoli, tra i quali emerge l’opera dedicata alla provincia di Terra d’Otranto. Il Calogiuri, vissuto nel XIX secolo, rientra nel suo paese dopo la laurea conseguita a Torino, affermandosi come abile imprenditore nel campo del tabacco.
LE FESTIVITÁ
Festa e Fiera dell'Annunziata, 25 marzo
Festa e Fiera di San Lorenzo, 10 agosto e 19 gennaio
Festa e Fiera di San Luigi, 21 giugno
Presepe vivente, durante il periodo natalizio
MERINE
IL TERRITORIO
Appartenente al comune di Lizzanello, è una delle frazioni più grandi della provincia di Lecce.
IL TOPONIMO
Due le ipotesi relative all’origine del toponimo: sarebbe riconducibile a mera, luogo ameno, delizioso e di pastura; oppure a merinos, dal nome della razza di pecore spagnole che qui vi pascolavano.
LA STORIA
I menhir, disseminati sul territorio fino a non molti anni fa, attestano le antichissime origini dell’insediamento che, riconducibile all’età del Bronzo, risulta inglobato nella contea di Lecce fino al XIII secolo. Nel 1353 viene ceduto ai Carovineis che ne saranno i signori fino al XV secolo. Passerà ai Montenegro e, da questi, nel 1613 ai Palmieri che domineranno la vita politica e sociale fino all’eversione feudale del 1806.
LE FESTIVITÁ
Festa della Madonna dell’Assunta, detta Madonna beddha, 14 e 15 agosto
Sagra de lu Ranu (Sagra del grano), mese di luglio
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