Cavallino | Casa a corte Piritosu
L’ampia corte, definita da più unità abitative, è preceduta da un arco a tutto sesto di semplice fattura e privo di elementi decorativi. Insieme alle corti Taranta e Rizzu, rappresenta la testimonianza più antica dell’espansione urbanistica che interesserà Cavallino a partire dalla seconda metà del Quattrocento e, nello specifico si concentrerà lungo la vecchia strada de lu Calò, attuale via Sediolo, nelle vicinanze della cappella della Madonna dell'Arco. |
notizie storiche:
Un sistema di case a corte che sorgerà su una vasta area del paese soggetta ad allagamenti e acquazzoni estivi. Per tale motivo, gli abitanti, su consenso del barone Sigismondo II, realizzeranno un canale di scolo di circa duecento passi, per metà tratto in scavo e per la restante parte a cielo aperto, che raccogliesse le abbondanti acque piovane convogliandole in un inghiottitoio naturale nelle immediate vicinanze, una voragine chiamata volgarmente "ora", che avrebbe smaltito nel sottosuolo le acque inondanti. Contestualmente, verranno scavati due pozzi, più profondi rispetto alla prima falda acquifera ("puzzi spundati"), nei punti di maggiore confluenza delle acque stagnanti. |
bibliografia:
• Antonio Garrisi, Cavallino attraverso i secoli: dalle origini alla metà del XX secolo, Lecce 1984. • Antonio Garrisi, I luoghi della memoria
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