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Una stretta via segna l'accesso alla cosiddetta corte "de lu Monte" che, attualmente ristrutturata e adibita a civile abitazione, si inserisce storicamente in quel fenomeno di crescita urbanistica che interesserà Cavallino a partire dalla seconda metà del XV secolo. Un sistema di case a corte che sorgerà su una vasta area del paese soggetta ad allagamenti e acquazzoni estivi. Per tale motivo, gli abitanti, su consenso del barone Sigismondo II, realizzeranno un canale di scolo di circa duecento passi, per metà tratto in scavo e per la restante parte a cielo aperto, che raccogliesse le abbondanti acque piovane convogliandole in un inghiottitoio naturale nelle immediate vicinanze, una voragine chiamata volgarmente "ora", che avrebbe smaltito nel sottosuolo le acque inondanti. Contestualmente, verranno scavati due pozzi, più profondi rispetto alla prima falda acquifera ("puzzi spundati"), nei punti di maggiore confluenza delle acque stagnanti.
notizie storiche: A partire dalla fine del Quattrocento il casale si amplia: sorgono diversi agglomerati di quattro-cinque casette ciascuno avente uscite convergenti in una corte comune. Tra le più antiche: corte "de lu Sçuppettola, corte "de lu Murrone" e corte "de le Marange" (sulla strada dei Murroni), corte "de li Piritosu", "de lu Rizzu" e "de la Taranta" (sulla strada de lu Calò, vicine alla cappella della Madonna dell'Arco), la corte "de la Calìa" (sul tratto dell'attuale via Giancastello), la corte "de la Sçìsçiula" (in via Madonna di Loreto: sui documenti è scritto Lo Reto, oggi via Cavour). I fuochi, ossia i nuclei familiari, lievitano da 82 (nel 1532) a 96 (nel 1543), fino a 116 nel 1556: la popolazione in venticinque anni passerà da 369 a 522 abitanti.
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Cavallino, Via Murroni 48 Lat:40.314391 Lon:18.201426 quota:38.50m s.l.m.
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