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L’esempio di Villa Sorriso conferma una consuetudine comune, affermatasi nel territorio locale tra il secondo dopoguerra e la metà degli anni Cinquanta, rivolta al reimpiego e al reinserimento di frammenti barocchi in giardini di proprietà privata disegnati ex novo. Tra gli elementi architettonici, una fontana sormontata da un arco a tutto sesto con cornice riccamente decorata e portale sormontato dall’iscrizione BONO PATENS ESTO.
notizie storiche: Realizzato nel secondo dopoguerra dal notaio Valentini, il giardino di Villa Sorriso viene arredato con bassorilievi provenienti per la maggior parte dalla chiesa leccese dei SS. Niccolò e Cataldo, trafugati e dispersi nell’ultimo decennio. Nello specifico, quelli di gusto zimbalesco con scenette raffiguranti l’albero del Bene e del Male e la cacciata dal Paradiso, quelli con episodi di vita dei santi Benedetto e Nicola, il sarcofago cinquecentesco della sagrestia ridotto in più parti e parzialmente riutilizzato come fontana. bibliografia: • Vincenzo Cazzato-Andrea Mantovano, Giardini di Puglia, Congedo Editore, 2010
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Arnesano,
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